CAPITOLO I: COS’E’ IL LAVAGGIO?
Affinché sia facilitata la comprensione delle argomentazioni svolte in seguito, è di primaria importanza definire con precisione i concetti che verranno esposti; questo primo capitolo presenta le definizioni che stanno alla base del linguaggio usato nel libro.
Si definisce grado di lavaggio quel concetto che esprime un’indicazione (talvolta empirica e soggettiva, talvolta analitica ed oggettiva) del punto fino al quale spingere la pulizia del manufatto; esso è un parametro importante per la determinazione del tipo di processo e del tipo di impianto da adottare e viene di fatto determinato dalla conoscenza precisa delle motivazioni tecniche per cui si rende necessaria la decontaminazione della superficie all’interno del ciclo complessivo di lavorazione.
Per misurare il grado di lavaggio esistono metodi “tradizionali” e altri più sofisticati,che abbiamo schematizzato in un’apposita appendice
Affrontando in generale un problema di lavaggio, è prioritario soffermare l’indagine sul contaminante che deve essere asportato.
CAPITOLO II: CHE COSA SI LAVA?
Nei processi industriali oggetto del nostro interesse, i materiali più comunemente utilizzati nella costruzione di manufatti sono i metalli.
CAPITOLO III: CON COSA SI LAVA? I PRODOTTI
Si definiscono agenti di lavaggio quei prodotti chimici che vengono utilizzati nelle operazioni di rimozione dei contaminanti da un manufatto. In linea generale, gli agenti di lavaggio si possono distinguere in due gruppi:
• detergenti, prodotti generalmente in soluzione acquosa che esercitano un’azione chimico-fisica sul contaminante, provocandone il distacco dalla superficie ed impedendone la rideposizione
• solventi, prodotti che interagiscono con il contaminante, consentendone la solubilizzazione (è il caso degli alcali, che saponificano i grassi, e dei solventi organici che dissolvono oli e grassi).
COME CONFRONTARE I PRODOTTI DI LAVAGGIO?
Dal punto di vista tecnico, occorre ribadire il concetto che non esiste un’unica soluzione per qualsiasi problema di lavaggio, ma ogni singolo problema va affrontato come a sé stante, poiché diverse sono le problematiche ad esso connesse per quanto riguarda il tipo di materiale, la conformazione dei pezzi, la natura e la quantità del contaminante, il grado di pulizia richiesto (che molte volte è prettamente soggettivo o influenzato da considerazioni economiche, di ciclo tecnologico, ecc.).
CAPITOLO IV: CON COSA SI LAVA? GLI IMPIANTI
Per poter essere efficacemente utilizzati, i prodotti di lavaggio devono essere impiegati in appositi impianti, più o meno automatizzati, che ne permettano l’uso in condizioni di sicurezza e che ne esaltino le proprietà sgrassanti e pulenti, in funzione della loro specifica natura.
Per impianto di lavaggio si intende una macchina utilizzata per la pulizia delle superfici ed il pretrattamento di manufatti industriali, mediante prodotti chimici in fase liquida o in fase vapore.
CAPITOLO V: I PRINCIPALI SETTORI DI APPLICAZIONE
In questo capitolo vengono affrontati in modo specifico alcune problematiche connesse al lavaggio di manufatti particolari appartenenti a specifiche classi merceologiche. Ovviamente non è possibile trattare in dettaglio tutte le possibili casistiche che si presentano nei diversi settori industriali; di conseguenza verranno affrontate solo quelle situazioni che riteniamo essere le più comuni o di cui si hanno maggiori esperienze e/o informazioni in letteratura, consapevoli che per ciascuno dei processi descritti possono esserci varianti o soluzioni alternative.
I settori merceologici toccati sono stati così suddivisi:
- elettronica
- lavorazione ottone
- articoli casalinghi
- occhialeria/ottica
- rubinetteria
- orologeria
- industria automobilistica e motoristica
- minuteria metallica
- produzione fili e bandelle
- pentolame.
CAPITOLO VI: DEPURAZIONE
DEPURAZIONE ARIA
Ovunque sia presente un impianto che utilizzi sostanze chimiche per i propri processi, deve essere previsto un impianto di captazione ed aspirazione dei vapori prodotti che rimuova questi ultimi dall’ambiente di lavoro, in quanto dotati di una propria tossicità.
Gli impianti di aspirazione ed evacuazione possono essere suddivisi in due categorie: quelli esterni alle apparecchiature che trattano i prodotti chimici, costituiti essenzialmente da dispositivi per la ventilazione dell’ambiente di lavoro; quelli appartenenti alle apparecchiature stesse, la cui funzione consiste nell’impedire la diffusione delle sostanze chimiche dall’impianto all’ambiente di lavoro interno.
In questo testo ci occuperemo solamente delle problematiche connesse con la seconda categoria di dispositivi.
DEPURAZIONE ACQUA
Si rende necessaria sia negli impianti che utilizzano solventi sia, ovviamente e soprattutto, in quelli che utilizzano soluzioni acquose.
Il principio base è la separazione dei contaminanti dall’acqua, per fornire un liquido depurato da destinarsi all’utilizzo, allo smaltimento o allo scarico in ambiente. La destinazione finale dipende dalle caratteristiche del fluido dopo il trattamento e dal suo grado di purezza.
RECUPERO DEI SOLVENTI: distillatori
Con questo termine si intendono tutti quei processi e quelle tecniche che vengono utilizzate per rigenerare i solventi esausti, una volta che hanno raggiunto un grado di contaminazione tale da non essere più efficaci come agenti di lavaggio.
Si ricorda che, per gli scopi di questo testo e per quella che risulta essere la configurazione tipica degli impianti in commercio, vengono qui trattate le problematiche inerenti la depurazione di monosolventi e non di loro miscele.
CAPITOLO VIII: CARATTERISTICHE TOSSICOLOGICHE E IMPATTO AMBIENTALE DEI PRODOTTI DI LAVAGGIO
La lotta per la conquista dell’eredità lasciata dal CFC 113 e dall’111 tricloroetano è già iniziata da tempo.
Per spartirsi una torta valutata in circa 25.000 tonnellate di prodotti si sono lanciati in molti e, come sempre accade in un settore poco strutturato come quello del lavaggio industriale, si è fatta molta confusione, tentando di screditare alcune alternative per accreditarne altre, sfruttando la scarsità di informazioni disponibili.
I numerosi “venditori di fumo” presenti sul nostro mercato hanno avuto buon gioco nel proporre agli utilizzatori, che si sono trovati improvvisamente a dover sostituire cicli di lavaggio collaudati da tempo, il solvente “ecologico” o addirittura “atossico”, giocando su un linguaggio di sicuro impatto, ma del tutto falso e fuorviante.
Le aziende più qualificate che producono e distribuiscono prodotti di lavaggio si riconoscono anche dalla chiarezza e dalla trasparenza con cui presentano le proprie soluzioni: chi utilizza frasi propagandistiche ha sempre qualcosa da nascondere!
CAPITOLO IX: AUTORIZZAZIONI E REGOLE PER LAVORARE IN SICUREZZA
Per iniziare l’attività produttiva, è necessario ottenere una serie di permessi e autorizzazioni, che riguardano la corretta realizzazione dell’ambiente di lavoro.